Il giovane e brillante neurofisiologo, il Dott. Albert Abrams, durante una visita a un suo paziente malato di cancro, ebbe l’intuizione che lo portò a studiare e a postulare che tutta la “materia emette radiazioni” rilevabili mediante un semplice apparecchio elettronico. Si rese subito conto che ogni organo vitale, che goda di buona salute, è in grado di emanare una specifica “frequenza”, la quale si altererebbe laddove l’organo si ammali poi nel tempo.
Fu così che più di cent’anni fa nasceva la Radionica. Il termine deriva da “radiazioni” ed “elettronica”. Potremmo immaginarla come una “radio” in grado di sintonizzarsi sulle frequenze della Natura e della Vita. Ufficialmente definita come un “metodo di diagnosi e trattamento a distanza che utilizza particolari strumenti congiunti alla facoltà radiestesica dell’uomo”, oggi conta numerosi specialisti. In Inghilterra è riconosciuta dall’Ordine dei Medici e da quello dei Veterinari.
La Radionica ha la straordinaria capacità di lavorare sui campi organizzativi dell’energia, “informando” il campo energetico del paziente con le “informazioni originali”, che si sono perse nel tempo per svariate cause di squilibrio energetico. Così facendo il campo energetico del paziente si auto-modificherà in modo autonomo grazie alle informazioni ricevute, riequilibrando le frequenze originali e allontanando qualsiasi patologia in corso.
L’altro straordinario aspetto della Radionica è il vantaggio che il trattamento può essere fatto a “distanza” senza neppur avere mai visto il paziente. L’operatore radionico dev’essere almeno in possesso di un “testimone” del paziente (ad esempio un capello), dopodiché grazie ad un apposito strumento, potrà inviare le “informazioni” necessarie a trattare la patologia del suo paziente. Tutto questo è possibile poichè la Fisica ha dimostrato che la maggior parte dell’Universo si trova sotto forma di “energia”, una sorta di “campi vitali” organizzati da “informazioni” su come deve essere strutturata la materia.